Il calcio italiano è una tela in cui i destini degli allenatori si intrecciano, si sovrappongono e talvolta si rispecchiano. Il Napoli di Antonio Conte, come molti osservatori hanno notato, sta richiamando alla memoria le stagioni vissute sotto la guida di Walter Mazzarri. Entrambi i tecnici hanno lasciato un’impronta distintiva sulle squadre che hanno allenato, ma se da un lato le analogie stilistiche e di approccio sono evidenti, dall’altro emerge una differenza cruciale: la fortuna, un fattore che sembra aver arriso più generosamente al tecnico leccese rispetto a quello livornese.

L’eredità di Mazzarri e la sfida di Conte

Walter Mazzarri, arrivato al Napoli nel 2009, è stato capace di restituire identità e orgoglio a una squadra che cercava ancora di ritagliarsi uno spazio tra le grandi d’Italia. Con il suo 3-5-2 aggressivo, fondato su ripartenze fulminee e una gestione accorta delle risorse, ha creato un Napoli pragmatico, ma capace di regalare spettacolo. Iconico resta il trio d’attacco Cavani-Hamsik-Lavezzi, che ha incarnato alla perfezione la filosofia di gioco di Mazzarri: intensità, sacrificio e qualità.

Antonio Conte, invece, si trova ora alla guida di un Napoli diverso, una squadra con aspettative altissime dopo lo scudetto storico conquistato con Luciano Spalletti. Conte è conosciuto per il suo rigore tattico, la passione travolgente e la capacità di spremere ogni goccia di energia dai suoi giocatori. Come Mazzarri, anche lui predilige una struttura basata sul 3-5-2 o il 3-4-3, puntando sulla solidità difensiva e sulle transizioni veloci. Tuttavia, in questa stagione, il passaggio al 4-3-3 ha sollevato molte perplessità.

Il Napoli di Conte e il parallelismo con il Napoli 2023/2024 di Mazzarri

Il Napoli di Conte, con il passaggio al 4-3-3, sta mostrando un volto difensivo e prudente che ricorda in maniera sorprendente il Napoli di Mazzarri nella stagione 2023/2024. Entrambi i Napoli, pur con filosofie tattiche diverse, hanno in comune un approccio rinunciatario, che si è attirato numerose critiche da parte della stampa e dei tifosi. Nel caso di Mazzarri, questa impostazione era in parte giustificata dalla qualità inferiore della rosa, che non gli permetteva di sviluppare un gioco propositivo senza rischiare di perdere equilibrio.

Per Conte, però, le aspettative sono diverse. Con una rosa di qualità nettamente superiore rispetto a quella a disposizione di Mazzarri, il suo Napoli avrebbe gli strumenti per esprimere un calcio più coraggioso e offensivo. Nonostante ciò, Conte sembra aver scelto un atteggiamento conservativo, puntando più sulla solidità che sulla ricerca del dominio del gioco. Questo ha generato un senso di déjà-vu tra i tifosi, che, sebbene rispettino la figura di Conte, non possono ignorare l’impressione di un Napoli “frenato”, molto lontano dallo spirito spettacolare visto negli ultimi anni.

La fortuna di Conte e la sfortuna di Mazzarri

Se c’è un elemento che differenzia nettamente i due allenatori, è proprio il peso della fortuna. Mazzarri, pur affrontando le difficoltà inevitabili del mestiere, ha avuto momenti chiave che hanno sorriso alla sua squadra. Conte, al contrario, si trova spesso a fronteggiare eventi che complicano ulteriormente il suo cammino: infortuni di giocatori chiave, decisioni arbitrali controverse e avversità varie. Tuttavia, l’atteggiamento della squadra, che ricalca quello difensivo e spesso rinunciatario di Mazzarri, non aiuta a dissipare le critiche e rischia di appannare il lavoro del tecnico.

Conclusione

Antonio Conte e Walter Mazzarri rappresentano due facce della stessa medaglia nella storia recente del Napoli. Entrambi incarnano un calcio fatto di sacrificio, disciplina tattica e spirito di gruppo. Ma se Mazzarri, con una rosa più limitata, riuscì a strappare risultati con un gioco pragmatico, Conte deve fare i conti con aspettative molto più alte, dettate dalla qualità della rosa e dalla sua fama di tecnico vincente. Resta da vedere se Conte riuscirà a trasformare le critiche in applausi, superando lo scetticismo e dimostrando che anche un Napoli “difensivo” può tornare a dominare in Italia e in Europa.

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